Sebbene siano tante le cause che possono generare un difetto posturale l’occlusione dentale riveste un ruolo dominante in quanto l’apparato masticatorio si colloca al vertice di questa catena, condizione acquisita con la stazione eretta. Questa semplice considerazione spiega bene perché i DCCM siano una malattia tipica dell’uomo e assente nelle altre specie animali. Il difetto posturale secondario a Disordine cranio cervico mandibolare si definisce discendente proprio per la sua propagazione cranio-caudale e si contrappone ad uno definito ascendente quando originato dai piedi e altri territori inferiori e si ripercuote solo secondariamente fino alla testa. In entrambi i casi si osservano sintomi dolorosi e disfunzionali sovrapponibili ma la distinzione è eseguita a scopo didattico e terapeutico in quanto, come è intuibile, la risoluzione della causa primaria darà un buon risultato clinico mentre il trattamento di un compenso o di uno scompenso adattativo sarà del tutto inutile al quadro clinico generale.


Analisi posturali e DCCM

Tra gli esami dedicati a queste problematiche sono comuni quelli che studiano l’appoggio dei piedi per verificare l’equilibrio corporeo e la distribuzione dei pesi e sono definiti di stabilometria, quando analizzano parametri di statica e di posturometria, quando analizzano la variazione dinamica del baricentro corporeo. Sfortunatamente questi esami non sono ben ripetibili ed è facile ottenere falsi negativi e positivi se non utilizzati con sistemi di standardizzazione, necessari a ridurre gli artefatti generati dall’alta variabilità fisiologica dell’appaggio plantare, inoltre non forniscono informazioni utili su quali segmenti posturali siano concentrate le anomalie. sono al massimo impiegabili come strumenti di verifica di adattamenti posturali nel corso del tempo.

In contrapposizione agli esami plantari esistono esami di studio della posizione dei segmenti scheletrici con metodi fotografici sia statici che dinamici utilizzando apparecchi optoelettronici che meglio raccolgono l’enorme quantità di variabili che controllano l’equilibrio posturale generale; pur essendo apparecchi utili nella ricerca sono ancora poco facilmente sfruttabili nella pratica clinica quotidiana.


Con qualunque sistema si voglia analizzare la postura corporea l’attuale tendenza è quella di impiegare i dati che si registrano con criterio comparativo tra test eseguiti in condizioni differenti; ciò perché non è ancora possibile esaminare i meccanismi di regolazione corporea ma è possibile osservarne gli adattamenti a stimoli quantificati e noti. Il metodo più utilizzato di valutazione delle variazioni posturali anche in ambito odontoiatrico è l’osservazione di mutazioni di posizione e movimento corporeo dopo aver inibito l’influenza neurologica proveniente dal contatto dei denti interponendo fra le arcate dei rulli di cotone o aver costruito un dispositivo di stabilizzazione dell’occlusione. La risoluzione o comunque modificazione positiva dei parametri iniziali indica una forma di patologia discendente in cui la posizione mandibolare genera un imput posturale significativo la cui risoluzione può generare vantaggi posturali contro una forma di disordine posturale ascendente in cui prevalgono fenomeni extratrigeminali e dove la correzione mandibolare diventa inutile se non peggiorativa del quadro clinico riferito.