La disestesia occlusale o disagio occlusale è un disturbo che talvolta insorge dopo cure odontoiatriche, che porta il paziente alla ipervigilanza occlusale e alla continua ricerca di un appoggio occlusale stabile e confortevole. Il quadro clinico è caratterizzato dal fatto che il paziente, nonostante le cure odontoiatriche siano state effettuate correttamente, riferisce, per più di sei mesi, un disagio occlusale. Vi sono spesso dei disturbi psicologici concomitanti. 

È stata classificata come disturbo somatoforme e/o come fenomeno fantasma. Si pensa che questo quadro clinico sia dovuto a un’anomalia nella funzione neurologica e/o a problemi psicologici. 

Se il dentista non fa una diagnosi corretta e si avventura in modifiche occlusali, seguendo le indicazione del paziente, si innesca un circolo vizioso che non porta a una risoluzione del problema.

Ci sono pazienti con disestesia occlusale che arrivano all’osservazione dello specialista dopo essersi sottoposti, senza successo ma anzi con un peggioramento del quadro clinico, alle cure di numerosi dentisti. 

Qualora, in seguito a cure dentali, vengano modificati i contatti o i materiali, in pazienti predisposti si crea un’interpretazione ambigua fra la memoria dei contatti precedenti, perduti, e la percezione dei nuovi contatti a livello della neuroimpronta. Di conseguenza il paziente non riesce a riconoscere il nuovo modello di contatti occlusali e comincia ad andare alla ricerca di contatti corretti, senza riuscirvi. 

Per la prevenzione è fondamentale, soprattutto nei pazienti che devono essere sottoposti a cure odontoiatriche complesse le quali richiedono una modifica dell’occlusione dentale, fare un’anamnesi iniziale approfondita (nei casi sospetti si possono somministrare dei test psicometrici) ed eseguire le cure nel modo più preciso possibile procedendo, quando fattibile, con fasi provvisorie reversibili degli interventi proposti. Tipicamente si osserva in pazienti con grandi riabilitazioni protesiche che spostando continuamente la mandibola alla ricerca di un appoggio occlusale confortevole ma mutante obbliga a infiniti ritocchi occlusali che generano protesi completamente piatte ossia prive di morfologia occlusale per permettere il movimento in tutte le direzioni


La disestesia occlusale può comparire dopo qualsiasi trattamento odontoiatrico, non solo dopo un aggiustamento occlusale. Sono state descritte anche manifestazioni senza precedente trattamento odontoiatrico. Assumere che la situazione occlusale o le misure terapeutiche siano state la causa dell’OD sarebbe troppo miope. OD esiste indipendentemente dall’occlusione; piuttosto, è il risultato di un’elaborazione disadattativa del segnale. Per questo motivo, l’OD non è principalmente una condizione dentale ma psicosomatica. Tuttavia, il dentista è il principale punto di contatto per i pazienti affetti. L’attenzione dovrebbe essere rivolta all’educazione del paziente, alla consulenza, alla terapia cognitivo comportamentale, alla terapia farmacologica di supporto e ad alcune misure non specifiche. Regolare l’occlusione di solito non è una soluzione.

L’OD persisterà spesso se si sceglie un approccio di trattamento esclusivamente dentale. Quando i pazienti lamentano problemi con il loro morso, si dovrebbe sempre esaminare non solo l’occlusione in sé, ma valutare sempre il fattore di stress psicosociale in modo strutturato, sia al momento della diagnosi stessa che in relazione al momento dell’insorgenza dei sintomi.

Questa valutazione dovrebbe essere eseguita parallelamente all’esame di eventuali reperti somatici ed è altrettanto importante.


Sensazione duratura di contatti dentali prematuri o mancanti;

  1. interferenze dentali durante i movimenti della mandibola;
  2. scivolamenti durante la massima intercuspidazione;
  3. chiusura dei denti non idonea;
  4. sensazione di migrazione dei denti all’interno della bocca;
  5. retrazioni gengivali;
  6. concomitanti dolori oro-facciali
  7. Bruxismo / Serramento dentale