L’origine dei disordini temporo mandibolari è multifattoriale, per sovrapposizione di malocclusione dentale, fenomeni biologici e psicologici, traumi, stili di vita predisponenti. Oggi si concentra molto l’attenzione sulla componente psico emotiva del controllo del dolore come elemento determinante della percezione della severità dei TMD piuttosto che cercare la severità del danno occlusale pur presente. Nei pazienti TMD con dislocazione mandibolare i muscoli masticatori sono impegnati per adattare la posizione della mandibola al fine di ottenere un combaciamento dei denti col maggiore numero di contatti possibile in occlusione di massima intercuspidazione. Ciò influenza seriamente la deglutizione e la respirazione e più direttamente la posizione dei capi articolari temporo mandibolari. L’aumentata richiesta funzionale che deriva da questi adattamenti è poi causa successiva di sofferenza neuromuscolare dei muscoli masticatori e cervicali con meccaniso tipico della sindrome miofasciale con caratteristiche cliniche diverse in base ai muscoli colpiti e all’eventuale interessamento delle articolazioni temporo mandibolari.Mega888
Al contrario il modello gnatologico biomeccanico generato dall’occlusione dentale non riesce a spiegare perchè segni e sintomi DCCM siano presenti in persone con apparato masticatorio perfettamente integro ed equilibrato o al contrario perchè bocche molto compromesse non abbiano alcun sintomo di disfunzione. Tali differenti manifestazioni sono spiegabili dal fatto che ognuno di noi possiede una personale capacità di adattamento funzionale e psicosomatico capace di resistere alla disfunzione motoria o ai traumi che fino ad un certo punto ci protegge, ma in momenti di stress emotivo può esaurirsi consentendo a fenoemni preesistenti di manifestarsi apertamente generando i sintomi TMD. In gnatologia i due modelli vengono spesso presentati come antagonisti ma si integrano ed esaltano in un circolo vizioso patogenetico diverso tra i pazienti, rendendo difficile se non impossibile l’identificazione di una causa unica. I sintomi TMD più frequenti sono dolore mandibolare e cervicale, cefalea, alterazione dei movimenti mandibolari. Questi casi sono comunemente classificati come TMD MIOGENI perchè colpiscono prevalentemente il sistema muscolare. La comparsa dei sintomi gnatologici è acuta, con intensità moderata che spesso evolve positivamente anche in modo spontaneo; talvolta invece, si sviluppa una condizione cronica, con dolore persistente e sintomi fisici, comportamentali e psicologici. In altri casi invece i sintomi TMD sono più concentrati sulle articolazioni temporo mandibolari TMD ARTROGENI responsabili di comuni rumori delle articolazioni da lievi a severi.
“…Oltre a un accurato esame obiettivo del cavo orale, con particolare attenzione agli aspetti dentali ed occlusali, importante è la verifica della mobilità mandibolare con l’osservazione del tragitto di apertura e chiusura e la misurazione della capacità di apertura/lateralità. Vanno, inoltre, rilevati eventuali rumori, sempre durante i movimenti mandibolari, importanti per le diagnosi che riguardano il disco articolare o aspetti degenerativi. Infine, si richiede un’attenta palpazione ed osservazione della morfologia dei muscoli masticatori…” inoltre: “E’ comunque opportuno sottolineare che i principi gnatologici devono essere applicati trasversalmente da tutte le discipline odontoiatriche che si occupano della modifica e della ricostruzione dell’articolato dentario (ortodonzia, protesi, conservativa)…“
Le attuali evidenze scientifiche sono tutte deboli nello stabilire il reale vantaggio di bite o di fisioterapia rispetto a autotrattamento o alla chirurgia, questo per l’enorme variabilità individuale di risposta ai trattamenti e alla mancata standardizzazione delle terapie che vedono impiegate tecniche e scuole molto diverse e non facilmente confrontabili.
l sintomi gnatologici sono più frequenti nelle donne (rapporto 4:1) con esordio prevalente tra i 20-40 anni. Nella maggioranza dei casi la comparsa dei sintomi è spontanea per perdita delle naturali capacità di adattamento o per il sopraggiungere di uno degli altri fattori cuasali, ma è frequente anche dopo traumi come da colpo di frusta o in conseguenza di manovre odontoiatriche che alterino la naturale occlusione dentale. Spesso i sintomi si acutizzano in occasione di fattori di stress generale sia per effetto di alterazioni ormonali che di neurotrasmettitori centrali. I disordini temporo-mandibolari sono più frequenti negli adulti, tuttavia alcuni segni e sintomi sono rilevabili anche nei bambini (16-68%) e negli adolescenti. Le dislocazioni discali temporo mandibolari ed il dolore facciale appaiono i disordini più frequenti negli adolescenti. Un’associazione è stata trovata tra le abitudini viziate, quali ad esempio il mordicchiare ripetutamente unghie e/o oggetti, e segni e sintomi di TMD. L’approccio ai TMD negli adolescenti non è dissimile a quello degli adulti.

La chirugia dei TMD unicamente indicata per i casi articolari resistenti alle terapie conservative prevede una serie progressiva di interventi che vanno dall’artrocentesi ossia dal lavaggio delle articolazioni e da infilatrazioni di farmaci a interventi a cielo aperto per la pulizia delle aderenze articolari.
La gnatologia ha identificato anche forme di cronicizzazione del dolore in cui il soggetto può subire una disregolazione centrale che alimenta la persistenza di sintomi periferici attravero un meccanismo di arausal, pericolo e allarme attraverso il rilascio di neurotrasmettitori di tipo eccitatorio, che coinvolgono altri sistemi (immunitario, infiammatorio, vegetativo, psicologico). La contemporanea presenza di segni e sintomi multisistema riduce notevolmente la possibilità di remissione della malattia.
All’opposto non è corretto pensare che la diagnosi gnatologica sia delegata ad uno strumento, la diagnosi gnatologica è sempre clinica da eseguire da un dentista gnatologo, il quale però dovendo rispondere in modo obiettivo sul procedimento diagnostico e terapeutico avrà bisogno di dati oggettivi da anlizzare.Nessun strumento è costruito per misurare l’intensità dei sintomi ma per verificare e confrontare paramentri di funzione dell’apparato che indichino il buon effetto delle terapie gnatologiche utilizzate.kinesiografia, elettromiografia, elettrosonografia sono esami di approfondimento in gnatologia che misurano il bilanciamento muscolare, i movimenti della mandibola e i rumori articolari temporo mandibolari in modo obiettivo; sono indicati per determinare il grado di coinvolgimento dell’occlusione dentale nel quadro clinico e indispensabili se si vuole documentare gli effetti terapeutici generati dalla terapia occlusale o della fisioterapia. Lo gnatologia neuromuscolare nei casi di disfunzione temporo mandibolare da malocclusione dentale mira al ripristino dell’equilibrio neuromuscolare dell’apparato masticatorio in modo conservativo reversibile con bite Ortotico chiamato neuromuscolare per gli effetti positivi certificati sul sistema motorio mandibolare. L’uso continuato diurno e notturno del bite gnatologico ortotico, specificamente disegnato per rispettare deglutizione e fonazione, permette nell’arco di alcuni mesi di stimolare il naturale processo di guarigione dei tessuti temporo mandibolari lesionati. Il controllo completo dei sintomi in gnatologia è tuttavia subordinato al controllo anche degli altri fattori scatenanti. Sono indicati trattamenti farmacologici nelle fasi acute e fisioterapici per i quadri patologici posturali.