Kinesiografia | Analisi movimenti mandibolari

La Kinesiografia mandibolare misura i liberi movimenti mandibolari nello spazio senza che vi sia alcun tipo di influenza da parte dell’operatore o dello strumento di analisi. Oggi è un esame molto utile e facile da eseguire per la valutazione obiettiva dei DCCM.

Esistono tuttavia diverse scuole di pensiero e di utilizzo dello stesso strumento che hanno obiettivi terapeutici e mezzi diversi e interpretano le caratteristiche di movimento per ottenere approcci terapeutici non confrontabili. Lo strumento ideato da Bernard Jankelson è stato pensato per studiare la posizione di riposo mandibolare e misurare il grado di limitazione al movimento che i danni articolari o muscolari creano al paziente. Le caratteristiche dei tracciati sono pertanto individuali e non permettono di ottenere dei dati statistici che dividano pazienti sintomatici da sintomatici. I tracciati kinesiografici sono grafici cartesiani del movimento mandibolare risultato di un modello di lavoro della muscolatura che possono essere confrontati nei pazienti per testare i vantaggi terapeutici e le recidive.


La Kinesiografia mandibolare identifica gli ostacoli al movimento della mandibola durante l’apertura attraverso l’applicazione di una piccola calamita sui denti incisivi inferiori e un leggero sensore appoggiato sulla testa; sono riprodotti i movimenti reali del paziente sullo schermo nelle tre direzioni dello spazio.

La misura del movimento di apertura e chiusura e la visione del percorso di questo movimento non è rilevabile ad occhio dal medico ed è la base da osservare se si sospetta una disfunzione DCCM sia essa puramente muscolare che per danni dell’articolazione temporo mandibolare.

La kinesiografia non esegue la diagnosi sul tipo di danno anatomico della mandibola ma ne osserva gli effetti sulla dinamica di movimento che non saranno necessariamente uguali per tutti i pazienti affetti dalla stessa forma patologica di DCCM.


Rilevamento della posizione di riposo mandibolare

Al valore diagnostico della kinesiografia si aggiunge quello terapeutico per la possibilità di eseguire un monitoraggio continuo nel tempo dei progressi conseguiti dalla terapia ortopedica di riposizionamento mandibolare con bite Ortotico o con altri trattamenti mirati al rilassamento muscolare e alla decompressione articolare.

La misura del movimento di apertura e chiusura e la visione del percorso di questo movimento non è rilevabile ad occhio dal medico ed è la base da osservare se si sospetta una disfunzione DCCM sia essa puramente muscolare che per danni dell’articolazione temporo mandibolare.

La kinesiografia non esegue la diagnosi sul tipo di danno anatomico della mandibola ma ne osserva gli effetti sulla dinamica di movimento che non saranno necessariamente uguali per tutti i pazienti affetti dalla stassa forma patologica di DCCM.

Al valore diagnostico della kinesiografia si aggiunge quello terapeutico per la possibilità di eseguire un monitoraggio continuo nel tempo dei progressi conseguiti dalla terapia ortopedica di riposizionamento mandibolare con bite Ortotico o con altri trattamenti mirati al rilassamento muscolare e alla decompressione articolare.