L’articolazione temporo-mandibolare o ATM è un’articolazione doppia costituita bilaterlamente dal condilo mandibolare e dalla fossa glenoide dell’osso temporale, interposto fra questi capi articolari si trova un disco articolare che fisiologicamente è adeso intimamente alla testa del condilo mandibolare a cui è fissato con dei legamenti interni. Posterioremente l’articolazione presenta un legamento chiamato bilaminare perchè costituito da due lamine che si inseriscono sulla parete posteriore della fossa glenoide riaccamente vascolarizzato ed innervato. Il disco articolare non è innervato nè vascolarizzato e per questo motivo non può causare dolore o infammazione; quest’ultima quando presente è causata dai tessuti bilaminari, connettivo elastico del recesso posteriore della fossa temporo mandibolare. Esternamente l’articolazione temporo mandibolare è racchiusa dalla capsula articolare, rappresentata da una cuffia a pareti sottili, costituita da tessuto collagene, racchiude infine le parti ossee e il disco. La sua funzione è quella di delimitare le cavità articolari della mandibola, racchiudere il liquido sinoviale, fornire un mezzo di ancoraggio per le inserzioni muscolari e permettere una debole azione di contenimento assieme ai legamenti esterni. In condizioni fisiologiche il movimento di apertura della bocca è garantito dal movimento composto di rotazione e scivolamento anteriore del condilo mandibolare e del disco articolare ad esso adeso, per contrazione del capo inferiore del muscolo pterigoideo esterno. Il ventre superiore invece si contrae in fase di chiusura della bocca garantendo un ritorno graduale del disco articolare costituendo di fatto il vero muscolo antagonista del ventre inferiore. Le patologie articolari temporo mandibolari insorgono sempre con il coinvolgimento di questo muscolo che trasmette la tensione ai tessuti interni secondo un meccanismo patogenetico di disequilibrio neuromuscolare.
Quando tuttavia la mandibola è forzata in una posizione patologica le ATM o articolazioni temporo-mandibolari devono adattarsi sforzando i tessuti interni ed esterni che nel tempo si possono logorare generando disturbi di vario genere e grado. Si manifestano così limitazioni al movimento della mandibola con o senza rumori temporo-mandibolari spesso diagnosticabili già con la visita clinica e la palpazione. Inoltre è possibile analizzare i vari rumori che originano da questa articolazione con strumenti computerizzati come l’elettrosonografia atm, capace di indicare il tessuto di origine e la possibile sede di malattia dell’articolazione temporo-mandibolare. Sono esami di diagnosi obiettiva anche la kinesiografia mandibolare e l’elettromiografia di superficie che associate alla stimolazione trigeminale TENS permettono la ricostruzione della posizione mandibolare alterata.


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