Non c’è dubbio che l’occlusione dentale svolga un ruolo molto importante nel’equilibrio neuromuscolare dell’apparato masticatorio. A riprova di questo esistono molte ricerche sperimentali e cliniche che evidenziano come il il Sistema nervoso Centrale sovra tronco encefalico sia influenzato dal vastissimo sistema propriocettivo e sensoriale che viene raccolto dal nervo trigemino.Il disallineamento dentale anche se raggiunto in modi e con caratteristiche diverse agisce come causa dei DCCM alterando la posizione della mandibola nelle diverse posizioni dello spazio attravero movimenti combinati di rotazione, traslazione e torsione. In alcuni casi la malocclusione non crea dislocazione della mandibola e rimane un difetto più estetico che funzionale. La stessa malocclusione dunque può generare un disturbo alla funzione neuromuscolare variabile tra persone diverse e questo spiega perché. Se il disallineamento dei denti viene compensato dai processi alveolari, come ad esempio il fenomeno dell’eruzione dentale continua che compensa la perdita di dimensione verticale nei pazienti bruxisti, non si realizza danno neuromuscolare operato dalla malocclusione. Più facilmente, la dislocazione mandibolare operata dai muscoli per adattare il combaciamento dei denti influenza seriamente la deglutizione e la respirazione e più direttamente la posizione dei capi articolari temporo mandibolari. L’aumentata richiesta funzionale che deriva da questi adattamenti è poi causa successiva di sofferenza neuromuscolare dei muscoli masticatori e cervicali con meccaniso tipico della sindrome miofasciale. La mandibola viene spesso dislocata posteriormente anche se in modo per lo più non simmetrico innescando il fenomeno patologico tipico dei DCCM da malocclusione dentale. Ovviamente per sospettare questo meccanismo si devono individuare i segni di malocclusione che possono essere rilevati alla visita clinica odontoiatrica sia a carico dei tessuti periorali che intraorali, mucosi e dentali. Studi estesi in letteratura indicano come più fortemente associati a sintomi da DCCM il morso crociato monolaterale, dove la mandibola è spesso dislocata lateralmente nella ricerca del massimo contatto dentale, e il morso profondo dove i denti frontali ingranano in modo esagerato fino al contatto con le mucose, con conseguente retroposizione mandibolare attuata per ridurre il trauma dei denti frontali. In tutti i casi di evidente malocclusione dovrebbe essere accertato il grado di sofferenza del sistema neuromuscolare sia per equilibrio muscolare che per disturbo nella dinamica mandibolare e solo in caso di positività a tutti i test clinici si può arrivare alla diagnosi di DCCM.
I segni dentali sono indizi dei DCCM che dimostrano la presenza di malocclusione dentale, oggettivamente rilevabili all’esame clinico a carico dei singoli denti o di intere arcate. Sono comprese oltre alle usure dentali spesso associate a bruxismo, affollamenti e/o malposizioni capaci di vistose alterazioni dell’occlusione. Il morso crociato laterale più che quello anteriore è espressione di un difetto di crescita alveolare o scheletrico che ha disturbato la corretta disposizione dei denti. In genere avviene per minus di crescita del palato e eccesso di crescita trasversale della mandibola associati a disturbo di posizionamento della lingua in deglutizione. Tale malocclusione non è necessariamente associata ai DCCM ma è ad alto rischio se associata a deviazione mandibolare.






Marcate usure dei denti sulle superfici masticanti sono il principale aspetto di danno occlusale nel bruxismo dovuti a sfregamenti eccentrici dei denti in assenza di un bolo alimentarte e necessità fisiologica di masticazione. Ne consegue una perdita di dimensione verticale che obbliga la muscolatura ad eseguire un movimento di sovraocclusione per portare i denti al contatto occlusale. Non necessariamente questo eccesso di funzione porta a sintomi disfunzionali ma spesso questi insorgono per lo sforzo muscolare durante gli atti involontari di digrignamento perpetuato negli anni.







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