Studio e curo le disfunzioni temporo mandibolari dal 1999 per aver compreso che dall’occlusione dentale derva una funzione dell’apparato masticatorio che influenza la qualità della vita. Da sempre sappiamo che la bocca raccoglie tensioni emotive e stress ma ciò non ci risparmia dallo studiare la funzione per rispettarla o ripristinarla allontanado l’idea di poter eseguire le terapie a nostro uso e consumo.

Ho preferito negli anni utilizzare la tecnica neuromuscolare di Jankleson per valutare la funzionalità dell’apparato perchè credo sia un dovere del medico accertare gli effetti che i nostri interventi generano nella bocca delle persone, ma credo anche che non si debba rimanere inutilmente attaccati alla routine quotidiana e cerco di aggiornare le procedure alla luce delle conoscenze che si acquisicono negli anni.

La domanda a cui rispondo più spesso è come mai i medici diano pareri così diversi agli stessi pazienti: esistono diverse scuole di pensiero in gnatologia e spesso sono divergenti per punti di vista e opinioni, oggi le maggiori di queste sono riunite nella nuova associazione AIG che sostengo. Ritengo sia un dovere per AIG trovare un minimo comun denominatore per validare un comportamento medico utile e un percorso diagnostico accreditato e scientificamente valido.

Attualmente purtroppo non c’è sufficiente evidenza scientifica per accreditare una terapia gnatologica definitiva,  rimangono in vigore le linee guida ministeriali che invitano a a terapie conservative con approccio multidisciplinare. Al contrario in caso si debba o voglia intraprendere riabilitazioni occlusali complesse sono sempre da preferire analisi della funzione mandibolare per progettare riabilitazioni efficaci, mantenere situazioni patologiche preesistenti non può essere un obiettivo terapeutico.