I bite dentali funzionano sempre?
Molto spesso pazienti e colleghi propongono il bite per trattare sintomi dolorosi e disfunzionali ipoteticamente attribuiti alla mandibola, senza pensare a quale obiettivo tale dispositivo debba realmente raggiungere.
Ci si scorda insomma che i pazienti non acquistano un pezzo di plastica o di resina come molti pensano, ma un dispositivo medico che dovrebbe essere fatto su misura, ossia un oggetto pensato da un clinico per raggiungere un determinato scopo, che presuppone appunto che vi sia una diagnosi precisa a monte. In assenza di questo percorso diagnostico intellettuale il bite non è altro che un pezzo di plastica o altro materiale capace di generare un effetto placebo se va bene.
Proprio l’effetto placebo è infatti tanto invocato da molti medici negazionisti che non ritengono affatto utile l’uso del bite, ma lo costruiscono ugualmente per dare soddisfazione al paziente che lo richiede con insistenza e fiducia, aggrappando lì le proprie speranze di guarigione senza sapere in realtà che molto spesso il medico non avendo la più pallida idea di quello che il suo dispositivo dovrebbe fare, si appella al solo effetto placebo.
Il fatto è che senza una misura dell’effetto che il bite dentale genera sul paziente questo potrebbe anche causare un’azione negativa che lo rende completamente anti-etico visto che il paziente sostiene dei costi sensibili per averlo e di fatto diviene un atto terapeutico ingannevole. Questa condotta ha infatti alimentato molte pazienti ad auto-trattarsi nell’idea di averne uguale se non maggiore soddisfazione ed efficacia esponendoli a gravi rischi per la salute, cavalcati da gente che lucra con ancora meno scrupoli dei medici negazionisti.
Mi rivolgo a tutti questi pazienti che, ignari di quello che subiscono, si trovano dentro una guerra tra medici e sciacalli alla caccia di soldi facili e ignorano che l’etica in questa materia esiste solo nella possibilità di analizzare e misurare tra i diversi tipi di bite disponibili quello più idoneo al suo caso, sempre che ve ne sia reale necessità, pur con tecniche e scuole di pensiero diverse.
I bite infatti possono ben modulare il lavoro muscolare mandibolare e cervicale e i movimenti collegati (evidenza scientifica alla mano, non oltre…) ma possono fare molto poco sugli altri fattori parafunzionali che colpiscono indiscriminatamente quasi tutta la popolazione.
Comprendere insomma cosa i bite possono fare o non possono fare e quali terapie siano reali o inventate sarebbe la prima regola da seguire e questo può essere fatto solo da un medico esperto e coscienzioso.